Nel 1947 il Patronato ACLI Belgio (Associazioni Cristiane dei Lavoratori Italiani) arriva in Belgio per informare, incoraggiare, sostenere e difendere gli italiani venuti in Belgio per lavorare nelle miniere di carbone, nelle cave di pietra e nella siderurgia.
La storia del Patronato ACLI Belgio
Nel secondo dopoguerra il Belgio fu una delle mete principali di emigrazione italiana. A seguito dell’accordo “uomini contro carbone” del 23 giugno 1946, stipulato tra il governo italiano e quello belga, tanti italiani arrivarono in Belgio con la promessa di un lavoro, di un alloggio e, soprattutto, di una vita migliore. Tale accordo nasceva, da una parte, dalla necessità del governo belga di acquisire manodopera da impiegare nelle miniere; dall’altra, dall’esigenza dell’Italia, uscente da una dura sconfitta, di risorse energetiche (in primis carbone) per l’avvio della ricostruzione.
L’ondata migratoria proveniente dall’Italia determinò l’insorgere delle prime problematiche: i minatori italiani avevano necessità di sapere quali fossero i loro diritti e di avere sostegno nell’espletare pratiche amministrative. Il Patronato Acli ha sin da subito lottato insieme a loro per il riconoscimento della silicosi come malattia professionale, per l’ottenimento degli assegni familiari e per l’accesso alla pensione di invalidità.
A diversi anni dalla stipulazione degli accordi economici, ebbe luogo una delle più grandi stragi minerarie del mondo in cui morirono 262 minatori: l’8 agosto 1956, a Marcinelle, un incendio scoppiato in uno dei pozzi della miniera di carbon fossile del Bois du Cazier causò la morte di 136 lavoratori italiani. Oggi quest’evento è commemorato come la più grande tragedia della storia dell’emigrazione italiana. Solo dopo Marcinelle, venne introdotto nelle miniere del Belgio l’utilizzo delle maschere antigas, ma le condizioni di lavoro restavano comunque deplorevoli.
In questo contesto il Patronato ACLI Belgio ha svolto un ruolo fondamentale, in quanto sin dal principio delle sue attività, ha saputo cogliere le richieste di aiuto dei lavoratori italiani.
Esso, infatti, ha portato dinanzi ai giudici della Corte di Giustizia europea un numero considerevole di cause pregiudiziali in materia previdenziale e sicurezza sociale per i lavoratori migranti: in tal modo ha contribuito alla corretta applicazione dei principi comunitari in questi campi.
Il Patronato ACLI Belgio oggi
Il Patronato ACLI Belgio oggi si inserisce in un contesto molto diverso da quello in cui è nato: il quadro storico, sociale e politico è profondamente cambiato e nuove esigenze e sfide sono sorte.
Competenza, disponibilità e certezza nella risposta sono gli elementi chiave del servizio di pubblica utilità che il Patronato ACLI Belgio offre alla comunità italiana. L’obiettivo principale è quello di supportare e sostenere quotidianamente il cittadino in tema di pensioni, lavoro, salute, cittadinanza europea, diritti e doveri del singolo.
Le difficoltà economiche degli ultimi anni hanno spinto tanti italiani a spostarsi dal proprio paese di origine per giungere in Belgio, polo di attrazione per numerose attività rientranti nell’area europea ed internazionale. In questo quadro, il Patronato ACLI Belgio ricopre un ruolo significativo nel farsi testimone ed interprete delle esperienze migratorie italiane.
La scelta intrapresa è stata quella di continuare sulla via dell’impegno per la promozione dei diritti sociali, previdenza e lavoro, diritto di famiglia e delle successioni, assieme ai diritti di cittadinanza. L’intento del Patronato ACLI Belgio è quello di tutelare i singoli, favorendo una maggiore consapevolezza dei propri diritti e doveri, per una piena partecipazione in una comunità sociale solidale e coesa.
Attualmente il Patronato ACLI in Belgio è presente a Bruxelles con la sede di coordinamento mentre gli uffici polo si trovano a Charleroi, Seraing e Genk.
Garantiamo inoltre delle permanenze nei centri di: Auvelais, Beringen, Forchies-La-Marche, Herve, Jemappes, La Louvière, Liège, Maasmechelen, Tubize, Verviers, Waterschei e Zolder.
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